Matteo Piloni/ Luglio 15, 2020/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

14 Luglio 2020 di Fabio Pizzul

E’ in arrivo un vero e proprio blitz estivo in Regione Lombardia. Avrà una vittima illustre: l’ERSAF, l’ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste. Potreste pensare al solito ente inutile, ma non è così: ERSAF da decenni mantiene le foreste demaniali, si occupa dei vivai forestali, gestisce tutti i servizi tecnici alla agricoltura, il Parco nazionale dello Stelvio e i grandi progetti di tutela dei Siti di importanza Comunitaria per la difesa della natura. Come dire: la ruspa della Lega entra nelle foreste lombarde! Chiederemo la convocazione immediata del Consiglio di amministrazione e del Direttore Generale di Ersaf in commissione per capire qualcosa in più di una vicenda che mi pare davvero incomprensibile.
Il blitz estivo dovrebbe passare attraverso un emendamento da inserire nel Collegato all’assestamento di bilancio che arriverà in aula il prossimo 27 e 28 luglio. E’ una storia già vista, dato che con lo stesso meccanismo era stata avviata la fusione tra l’agenzia regionale acquisti e Lombardia Informatica, cui oggi si è aggiunta Infrastrutture Lombarde per formare il colosso ARIA spa, di cui si sta parlando molto in questi giorni per la vicenda dei camici della moglie di Fontana.
La denuncia arriva dalle associazioni ambientaliste lombarde che definiscono l’ipotesi di cancellazione di ERSAF: “un colpo basso e a sorpresa, destinato a neutralizzare una istituzione pubblica che gode di ottima reputazione nel panorama degli enti che si occupano di innovazione e sostenibilità nei settori agrozootecnico, forestale, della produzione alimentare e della gestione dei territori montani”.
ERSAF verrebbe svuotato di gran parte delle sue competenze, e ridotto – con il nome di Lombardia Foreste – alla sola gestione del patrimonio forestale: in pratica un salto indietro agli anni ’70 del secolo scorso, azzerando una lunga esperienza di servizi per le imprese agricole, ricerche e sperimentazioni, oltre che di virtuosa gestione del patrimonio forestale lombardo.

ERSAF conta sulla collaborazione di tecnici di grande esperienza nella sede di Milano ed in oltre 20 tra sedi territoriali, uffici operativi e aziende sperimentali in Lombardia; ha la gestione dei 23,000 ettari di foreste in cui cui, dagli anni ’70 era subentrata alla gestione dell’ex Azienda di Stato Foreste Demaniali.
Le associazioni ambientaliste non usano mezzi termini. “Siamo sconcertati da queste scelte, proposte nel momento più sbagliato di sempre. Negli scorsi mesi dalla Commissione Van der Leyen sono giunti documenti strategici chiarissimi sul ruolo che l’agricoltura e la trasformazione alimentare sono chiamate a svolgere nel Green Deal per la valorizzazione del capitale naturale. Per la Lombardia non è bene smantellare la struttura pubblica più attrezzata a cogliere e rilanciare queste sfide. Se la Regione non ritornerà sui suoi passi, produrrà un danno enorme: non solo perchè determinerà  un ritardo nelle necessarie misure di sostenibilità per la gestione agroforestale del territorio, ma anche perchè azzopperà i percorsi di innovazione del comparto agrozootecnico regionale, che accusa forti inadeguatezze su questo fronte, con il rischio di perdere i treni delle politiche europee di sostegno, a partire dalla nuova PAC”.
Ersaf, tra l’altro, gestisce le due aziende sperimentali di Riccagioia (PV) e Carpaneta (MN). Con la cancellazione dell’ente, queste passerebbero direttamente alle disponibilità della direzione Patrimonio della Regione. In pratica, diventando beni da valorizzare puramente in termini di rendite finanziarie.
Secondo le associazioni ambientaliste, non è un segreto che nei mesi scorsi siano giunte dichiarazioni di interesse proprio per la tenuta Riccagioia da parte del colosso mondiale dell’agrochimica, il gruppo Bayer, che tra i miliardi pagati per l’acquisizione della Monsanto e quelli da pagare in indennizzi per chiudere decine di migliaia di contenziosi per inquinamenti e danni alla salute da impiego di PCB, glifosate e altri pesticidi tossici, sarebbe ben lieto di pagare anche un affitto a Regione Lombardia per insediare una sua sede di rappresentanza tra i vigneti dell’Oltrepo’ Pavese.

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