Matteo Piloni/ Luglio 27, 2020/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

Oggi il presidente Fontana è intervenuto in consiglio regionale, prima che si aprisse la seduta di assestamento di bilancio, per chiarire la propria posizione in merito alle indagini che lo coinvolgono, a partire dalla vicenda della fornitura dei camici della Dama srl.
Non entro nel merito delle indagini, non è il mio compito.
Ho trovato invece l’intervento del presidente Fontana impostato su due posizioni: dare la colpa ad altri e ritenersi vittima.
COLPA del Governo, della Cina, dell’Oms che sono intervenuti in ritardo.
VITTIMA di una campagna d’odio, di un clima anti lombardo.
L’unico passaggio sulla vicenda dei camici è stato l’aver ribadito che si è tratta di una donazione personale. Si, ma a suo cognato, non ai medici, agli ospedali, alle rsa.
Per il resto nessuna assunzione di responsabilità. Nessuna autocritica. Nessuna ammissione di responsabilità rispetto alle scelte prese nella gestione dell’emergenza: dai tamponi ai test non fatti prima del 23 aprile, dalle domande di cassa integrazione inviate in ritardo, dalle delibere dell’8 marzo e del 23 aprile sulle Rsa, dai protocolli in ritardo per riaprire i centri disabili, dall’ospedale in fiera, dal ritardo per avviare le assunzioni negli ospedali e per l’assistenza domiciliare.
Dal fatto che non esiste ancora oggi nessun piano per riprendere l’attività sanitaria ordinaria, per consentire ai cittadini di prenotare le visite e gli esami.
Nulla di tutto ciò.
Dopo l’intervento di questa mattina rimane tutta la mia preoccupazione per il prossimo autunno.
Ad oggi la nostra Regione non è ancora preparata non solo per affrontare eventuali ricadute nella prossima stagione influenzale, ma soprattutto per gestire le difficoltà occupazionali che verranno e l’utilizzo delle risorse europee.
C’è da essere seriamente preoccupati.

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