Matteo Piloni/ Settembre 4, 2020/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

“La campagna vaccinale inizierà con l’offerta ai pazienti fragili a partire dalla seconda metà di ottobre, garantendo tra l’altro la disponibilità a partire dal mese di novembre dei professionisti che effettuano la campagna agli over 65 (MMG e ASST) in più punti di erogazione per consentire il distanziamento come da regole anti COVID-19.” Lo scrive la direzione regionale Welfare in una circolare inviata a tutti i direttori generali delle ATS e ASST della Lombardia. Un dato che fa dire al Pd che le fosche previsioni avanzate a luglio sono confermate.

“Le nostre previsioni si stanno, purtroppo, avverando – attaccano i consiglieri regionali del Pd Matteo Piloni e Carmela Rozza -. La Regione arriva impreparata all’appuntamento autunnale, nonostante tutto quello che è successo nei mesi scorsi. In Lombardia la campagna vaccinale partirà troppo tardi, nonostante il ministero chiedeva di anticiparla a inizio ottobre per l’emergenza Covid-19. Non solo la campagna inizierà a novembre, ma la stessa circolare dice che non è ancora noto alla Regione quando saranno consegnate le dosi di vaccino acquistate”.
Nella circolare, infatti, si legge quanto segue: “Nelle more della comunicazione da parte delle aziende produttrici di vaccini delle date esatte di consegna dei vaccini si riportano i periodi indicano le tempistiche di massima di inizio e fine campagna: appena disponibili verranno fornite le date esatte di consegna dei vaccini”.

“La Regione ammette che per la fascia dei 60-64enni si aspetterà di vedere quante dosi rimarranno disponibili dalla campagna degli over 65 – aggiungono i dem – mentre vengono ignorati tutti gli altri cittadini e il mondo della scuola. Per i più piccoli, dai 2 ai 5 anni, che sono una fascia delicatissima per la difficoltà oggettiva a gestire il contagio, è già chiaro che le vaccinazioni non inizieranno prima della seconda o terza settimana di novembre, decisamente troppo tardi, con il rischio che le influenze siano già abbondantemente diffuse. Una gestione del genere mette tutti i lombardi nuovamente a rischio”.

 

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