Matteo Piloni/ Novembre 17, 2020/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

Molte testate nazionali hanno riportato la nostra denuncia relativa al tariffario del San Raffaele dedicato a pazienti positivi al Covid per il servizio di telemedicina (90 euro) e l’assistenza diagnostica a domicilio (450 euro). Il punto non sono tanto (o solo!) queste cifre, ma il fatto che in questo momento il sistema pubblico in Lombardia non è in grado di garantire un’adeguata e tempestiva cura domiciliare ai cittadini risultati positivi al Covid. E questo ‘vuoto’ viene così riempito dal privato.

Uno dei motivi di questa difficoltà, che si somma all’assenza di medici, sono le ‘Usca’, le unità speciali di continuità assistenziale, previste (e finanziate!) dal Governo e che in Lombardia non funzionano come dovrebbero. Ne servirebbero almeno 200 in tutta la Regione, ma non arriviamo a 50. Per ogni 50mila abitanti occorrono due medici e otto infermieri. Mancano i medici, si continua a ripetere. Ed è vero! Ma i medici vanno trovati, e visto il fallimento dei tentativi di reclutamento portati avanti fino a qui occorre incentivare i medici con facilitazioni ad hoc: ad esempio devono essere offerte sedi gratuite con personale. Queste dotazioni vanno garantite anche ai medici che si vogliono associare.

Senza queste azioni il pubblico arranca, e il privato ‘ingrassa’. E noi non possiamo permettere che ci si possa curare solo pagando. Perchè la salute è un diritto.

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