Matteo Piloni/ Marzo 3, 2021/ Comunicati stampa/ 0 comments

“Non costringiamo le famiglie a scegliere se accedere alla misura di sostegno o privilegiare il diritto allo studio”, è la sintesi del pensiero del Gruppo regionale del Pd a proposito del programma operativo regionale per la non autosufficienza e in particolare della Misura B1 per i disabili gravi, argomento trattato questa mattina, in consiglio regionale, grazie a un’interrogazione a risposta immediata dei dem.

“Si tratta di un contributo che ha avuto successo, ma nel tempo ha visto diminuire l’importo erogato alle persone che ne sono state beneficiarie – spiegano Carlo Borghetti e Matteo Piloni, consiglieri regionali del Pd –. La Misura B1 è finalizzata a garantire la permanenza al domicilio e nel proprio contesto di vita di chi ha una disabilità grave o gravissima, e si concretizza nell’erogazione di un contributo mensile concesso a titolo di riconoscimento dell’assistenza fornita da parte del caregiver familiare o del personale di assistenza impiegato. Il contributo mensile si compone di un buono a quota fissa pari a 600 euro, che può essere incrementato dai 3 ai 500 euro. Ma è anche previsto che il buono integrativo venga meno se la persona con disabilità frequenta per più di 14 ore servizi scolastici o centri diurni. E questo lede le persone interessate sia nel diritto allo studio, sia nella possibilità di sviluppare percorsi di vita inclusivi, risultando indiscutibilmente discriminatorio”.

I consiglieri Pd hanno, dunque, sottolineato che “nel 2021 riteniamo che sia la quota fissa che la variabile, a seconda delle ore, debbano essere riviste e vada rimossa o rimodulata la soglia delle 14 ore, appunto perché non ci può essere in famiglia un dilemma nella scelta tra il diritto all’assistenza e il diritto allo studio, entrambi riconosciuti costituzionalmente”, dicono Borghetti e Piloni.

E di fronte alla domanda alla Giunta se non ci sia modo o intenzione di incrementare le risorse, l’assessore alla Disabilità Locatelli ha ricordato che le risorse arrivano per 90 milioni di euro dallo Stato e per 23 dalla Regione, che sta facendo uno sforzo ulteriore per soddisfare le domande, in particolare riferita ai disabili gravissimi. “In sostanza, ci ha dato ragione e ha accolto il nostro appello a cercare di andare incontro ancora di più alle famiglie, dunque ci aspettiamo che agisca presto in questo senso – concludono Borghetti e Piloni –. Inoltre abbiamo sollecitato la Giunta a tener conto anche della particolarità di questi anni di pandemia, e a incentivare anche l’assistenza domiciliare, su cui siamo davvero indietro in Lombardia”.

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