Matteo Piloni/ Aprile 27, 2021/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

In queste ore il parlamento sta affrontando il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo. Un piano che prevede 222 miliardi di investimenti per il nostro Paese. Un’occasione storica per recuperare ritardi e rilanciare lo sviluppo economico e sociale dell’Italia, e allo stesso tempo un’opportunità straordinaria per i territori, a partire dal nostro: il cremasco.

Negli ultimi anni sono stati molti gli studi sulle prospettive socio-economiche del nostro territorio, molte delle quali mai raggiunte e, anche per questo, ancora attuali. Ma al di là dei temi e dei singoli progetti, ciò che ritengo oggi prioritario per il Cremasco è concentrarsi sugli strumenti che abbiamo o che dovremmo avere, per cogliere le opportunità che il PNRR porta direttamente con sè e le risorse che sbloccherà. Risorse che saranno gestite direttamente dai Ministeri competenti e dalle Regioni, attraverso lo strumento dei bandi. Bandi che usciranno già dal 2022 e per i quali dovremo farci trovare pronti per poterli intercettare. Non si tratterà, per lo più, dei classici bandi che ogni Comune, tra mille difficoltà, ha imparato a conoscere, ma di bandi più strutturati che riguarderanno risorse destinate a finanziare progetti di respiro territoriale. Ecco il punto: se non sapremo fare squadra, facendoci trovare pronti con dei progetti, non riusciremo ad intercettare queste risorse.

Il nostro territorio, negli anni, ha saputo costruire attraverso la gestione dei servizi, la sua identità territoriale. Oggi abbiamo la possibilità di rafforzare questa nostra identità puntando sui distretti, una medicina di territorio più vicina ai cittadini, la valorizzazione ambientale, infrastrutture più sostenibili. Sfruttando la vicinanza con l’area metropolitana di Milano, e non subendola. Puntando ad una pianificazione d’area vasta.

Consorzio.it e Reindustria possono essere le due realtà operative al servizio dei comuni, delle associazioni, delle categorie economiche e sociali, su cui puntare e attraverso le quali realizzare progetti utili al territorio e condivisi, da candidare alle tante risorse che avremo a disposizione. Molti territori hanno già iniziato ad organizzarsi. Noi abbiamo qualche vantaggio, ma se non decidiamo di giocarci questa carta, rimarremo indietro. Per farlo serve decidere di essere un territorio unito e coeso. E serve farlo adesso. Le divisioni ci sono state e ci sono, inutile negarlo. Possiamo ancora permettercele? Io credo di no.

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