Matteo Piloni/ Ottobre 26, 2021/ Comunicati stampa, Racconti dal Pirellone/ 0 comments

“È una legge che enuncia principi condivisibili, ma li sacrifica di fronte alle esigenze, legittime ma non si sa quanto prioritarie, degli operatori. Eppure, c’è un bene più grande per la Lombardia e per i lombardi: è il nostro territorio”, in sintesi, è per questo motivo che il Gruppo regionale del Pd ha votato contro il progetto di legge sulla ‘Disciplina della coltivazione sostenibile di sostanze minerali di cava e per la promozione del risparmio di materia prima e dell’utilizzo di materiali riciclati’.
“Un’unica soddisfazione – dichiara il consigliere Matteo Piloni – l’approvazione di un nostro ordine del giorno che prevede, fra l’altro, di impegnare la Giunta regionale a valutare come quantitativi ammissibili per i nuovi piani provinciali almeno quelli depurati della quota di materiali alternativi utilizzati nella programmazione precedente, vale a dire che quanto meno entrano nel computo complessivo dei piani cave i materiali riciclati”.

“Da 10 anni almeno le forze politiche che siedono in consiglio regionale insistono per avere una nuova legge che, tuttavia, già da subito si è dimostrata inadeguata. Abbiamo costituito commissioni ad hoc, ma siamo ancora qui a discutere, perché riteniamo che questa proposta sia largamente insufficiente rispetto alle esigenze. Anni in cui ci siamo confrontati con una forte crisi economica ed edilizia, una mancata programmazione, le modifiche della legge Delrio che hanno interessato le province. La nuova normativa dovrebbe tenere conto di tutte queste questioni”.
Non sono meno importanti i dati del Rapporto cave di Legambiente.
“In Italia nel 2021 si contano 4.168 cave autorizzate e oltre 14.000 cave dismesse o abbandonate. La Lombardia guida la classifica delle cave abbandonate con le sue 3.042 ed è quarta, per cave autorizzate, con 348 siti, dopo Sicilia, Veneto e Puglia – ha riassunto Piloni –. Ma erano soprattutto i dati Istat 2017 sul volume di cava estratto che ci imponevano una riflessione attenta: in Lombardia si estraeva il maggior quantitativo di sabbia e ghiaia tra tutte le regioni, ben 6.900.000 metri cubi (il 23,6% di quanto estratto in Italia), 1.170.000 di pietre ornamentali (18,8%) e 2.170.000 di calcare (8%). Questo ci imponeva di essere più attenti e fermi nella definizione di soglie di escavazione”.

Per tutti questi motivi il Pd si aspettava “una parola in più rispetto a una serie di situazioni così fotografate. Riconosciamo che c’è nella legge un’attenzione all’economia circolare, ma alle affermazioni di principio non corrispondono norme riferite alla gravità della situazione e non bastano gli atti di indirizzo. Non sono stati stabiliti limiti più stringenti per le aree protette, e questo non può vederci d’accordo. Avremmo voluto una maggiore attenzione alla riduzione delle quantità di materiale estratto, servirebbe più coraggio nel dire che si deve cavare di meno con vincoli più espliciti anche in legge. Insomma, una norma ha più legami con il passato che con un futuro che va costruito e non solo enunciato o auspicato” conclude il consigliere dem.

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