Matteo Piloni/ Febbraio 19, 2020/ Comunicati stampa, Documenti/ 0 comments

Ho letto l’intervento di Legambiente in merito alla situazione degli allevamenti intensivi presenti nella pianura padana e, di seguito, vorrei condividere alcune riflessioni.
Parto da un presupposto: più che di allevamenti insostenibili bisogna cominciare a parlare di allevamenti intensivi sostenibili.

La sfida della riconversione ecologia che l’Europa vuole mettere in campo a partire dal Green Deal dovrà impattare anche nel settore dell’agroalimentare che, per la nostra Regione, significa affrontare il tema della zootecnia.
La nostra agricoltura è caratterizzata da una forte presenza di allevamenti intensivi che contribuiscono in maniera rilevante alla forte produzione agricola del nostro Paese.
E’ indubbio che un numero importante di allevamenti intensivi, soprattutto perchè concentrati in piccoli territori, è fattore di emissioni climalteranti, riconducibili all’utilizzo di fertilizzanti, alla gestione dei reflui zootecnici e alla fermentazione enterica.
D’altronde lo spazio che abbiamo a disposizione nei nostri territori è quello che è. Come è altrettanto indubbio che molte realtà agricole hanno investito, e stanno investendo, sulla sostenibilità.
Anche per questo lo scorso dicembre mi sono fatto promotore di un emendamento al bilancio regionale che ha ottenuto 600 mila euro da destinare ad incentivi per la sostituzione dei mezzi agricoli inquinanti, mentre pochi mesi fa sono stato tra i promotori di una risoluzione sui fanghi in agricoltura, a cui è seguita una delibera di giunta che ha ridotto del 30% l’utilizzo dei fanghi dalla prossima estate. Piccoli risultati, non certo sufficienti, che vanno nella direzione di accompagnare quel percorso di riconversione che è ancora ben lontano dall’essere raggiunto ma che dobbiamo tutti sostenere e intraprendere.
Qual’è il ruolo della politica in tutto questo? Sono convinto che nei prossimi anni la sostenibilità ambientale sarà centrale. Non solo l’Europa, ma anche il Governo ha approntato un green new deal che vuole accompagnare il processo di riconversione ecologica che punta all’abbattimento delle emissioni. E la nostra Regione dovrà essere protagonista di questa sfida, investendo risorse e realizzando un piano specifico regionale per la riconversione ecologica dei nostri territori.
Per vincere questa sfida anche gli operatori nel settore agroalimentare, a partire dagli agricoltori, devono farla propria, e quindi essere messi nelle condizioni di partecipare a questa grande quanto necessaria rivoluzione.
E’ la sfida del nostro tempo: puntare allo sviluppo e alla sostenibilità ambientale, conciliando lavoro, salute e innovazione tecnologica. Con il grande obiettivo di ridurre le disuguaglianze.
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