Matteo Piloni/ Luglio 7, 2020/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

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“La Regione Lombardia non ha mai creduto né investito nelle USCA, le Unità speciali di continuità assistenziale volute dal governo nazionale e nate proprio per garantire assistenza domiciliare alle migliaia di lombardi affetti da Covid e non ricoverati negli ospedali. Lo dimostrano i dati che abbiamo richiesto con un accesso agli atti: in Lombardia ne erano previste 200 e ne sono state attivate solo 55. In Ats Valpadana, con una popolazione di quasi 800mila abitanti, avrebbero dovuto esserci almeno 15 unità e ne sono invece state attivate soltanto 7: Cremona, Crema, Soresina, Mantova, Alto Mantovano, Basso Mantovano e quella di Casalmaggiore-Viadana suddivisa tra le due province. Nella sola provincia di Cremona, in tre mesi, hanno totalizzato 300 interventi, con una media di poco più di una visita al giorno per ogni unità. Davvero pochino”.
È quanto dichiara il consigliere regionale PD Matteo Piloni dopo aver visionato i dati relativi alle Usca dell’Ats Valpadana.
“La Lombardia ha pensato di poter dare all’emergenza che ci ha travolto una risposta esclusivamente ospedaliera. È stato un grave errore di sottovalutazione da parte di chi ci governa e questa pandemia ha fatto emergere la grossa lacuna del nostro sistema sanitario: l’assenza di una medicina del territorio organizzata ed efficace. Il nostro sistema sanitario va riscritto partendo proprio da questa drammatica esperienza, dalla costruzione di quella sanità del territorio che è totalmente mancata” conclude Piloni.

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