Matteo Piloni/ Novembre 30, 2021/ La settimana in Consiglio/ 0 comments

La sedicesima seduta del Consiglio regionale sulla riforma della sanità lombarda si è aperta questa mattina con una protesta del Pd e degli altri gruppi di opposizione per la scelta, comunicata in Aula dal relatore Emanuele Monti, di non prendere nemmeno in considerazione gli ordini del giorno dell’opposizione di carattere territoriale.

È molto grave che la giunta regionale abbia deciso di bocciare ‘per principio’ ogni ordine del giorno basato su richieste specifiche per un territorio senza nemmeno prenderli in considerazione. Non li hanno nemmeno letti. Il fatto che tutto il centrodestra non voglia che se ne parli è l’ennesimo strappo non tanto con il Pd e le altre opposizioni, ma con tutti cittadini cremonesi, cremaschi e casalaschi che della riforma sanitaria vogliono vedere i risultati nella loro vita reale, non solo nei proclami del centrodestra. Hanno impedito al Consiglio Regionale di determinare e indirizzare la politica della Giunta, calpestando la dignità dell’Aula. È il modo più sbagliato di chiudere la discussione sul futuro della sanità lombarda.

Spiace che il consigliere del territorio Degli Angeli non abbia partecipato al voto delle proposte per i nostri territori. Ringrazio invece il collega Lena per aver votato, a differenza della sua maggioranza, a favore ad alcune di queste proposte, tra cui quelle riguardanti l’Ats unica di Cremona e il potenziamento di alcuni servizi dell’ospedale di Cremona; i posti letto per l’Istituto di riabilitazione Kennedy e il potenziamento del servizio di neuropsichiatria a Crema; la chiusura della sperimentazione per il nuovo Robbiani di Soresina e il potenziamento del presidio sanitario Oglio Po a Casalmaggiore.

È inutile andare sui giornali a sostenere battaglie e annunciare interventi, se poi non si votano le proposte per dare risposte ai territori e ai cittadini.

Per il resto tutto è andato come da copione. La maggioranza ha votato nel pomeriggio la proposta di legge della sanità in Lombardia, apportando pochissime integrazioni e modifiche rispetto al testo iniziale, alcune delle quali già sollevate da noi sia in commissione che in aula.

Una non-riforma che non affronta i nodi della sanità della nostra regione: dalle liste d’attesa al rapporto tra pubblico e privato. Tutto rimane uguale. Unica novità: le case della comunità (insieme agli ospedale di comunità e ai distretti) chieste e volute dal Governo per rafforzare in Lombardia la medicina di territorio, la grande assente durante la pandemia e che ha lasciato sole troppe, tante persone.

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