Matteo Piloni/ Gennaio 30, 2020/ Comunicati stampa/ 0 comments

La Regione Lombardia continuerà ad autorizzare le ASST a permettere ai propri medici di esercitare la libera professione in ambulatori esterni alle mura dell’ospedale, nonostante la legge nazionale da anni preveda la limitazione di questa formula nell’ospedale stesso. L’Intramoenia cosiddetta “allargata” doveva essere una pratica transitoria, per dare tempo agli ospedali di adibire al proprio interno spazi adatti all’esercizio della libera professione, ma da anni la Regione Lombardia mantiene in vita il regime transitorio per tutte le strutture nonostante la gran parte, anche grazie a risorse messe a disposizione dalla Regione stessa, si sia nel frattempo adeguata.

La conferma dell’Intramoenia allargata nelle stesse modalità applicate fino a oggi, è contenuta nelle Linee Guida in materia di attività libero professionali in sanità discussa questa mattina in commissione sanità e welfare del Consiglio regionale.

La giunta regionale non vuole porre un argine a questa pratica che la stessa Agenzia dei controlli indica come fonte di criticità, connesse anche all’allungamento dei tempi di attesa del servizio pubblico. Oggi in Lombardia esistono solo otto strutture che dichiarano di non avere spazi idonei al proprio interno per la professione intramuraria eppure la Regione autorizza l’Intramoenia allargata, quindi in ambulatori esterni, per tutte le ASST, anche quelle che in questi anni hanno predisposto al proprio interno sale apposite. Avevamo proposto di regolamentare la deroga, per un tempo limitato, agli ospedali che ancora non si sono adeguati, ma la maggioranza a guida Lega ci ha detto di no. L’Intramoenia deve essere una possibilità in più, ma sotto il controllo dell’ospedale, altrimenti si può configurare come professione privata e questo non va bene.

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